Il fantasma del palcoscenico by Robert Lawrence Stine

Il fantasma del palcoscenico by Robert Lawrence Stine

autore:Robert Lawrence Stine
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
Tags: Piccoli Brividi
pubblicato: 2016-08-01T00:00:00+00:00


14

Quella sera Tina Powell mi telefonò a casa.

— Volevo sapere come ti senti — disse. — Sembravi talmente pallida, Brooke.

— Sono in perfetta forma! — gridai. Ero davvero fuori dai gangheri.

— Ti ho sentito starnutire un sacco di volte, ieri — replicò Tina, fingendo di essere preoccupata.

— Starnutisco sempre un sacco di volte — risposi. — Ciao, Tina.

— Chi era il fantasma che è salito sui palcoscenico, oggi pomeriggio? — chiese ancora prima che riuscissi a riagganciare.

— Non ne ho la minima idea — sbuffai. — E comunque...

— E’ stata un'apparizione impressionante — mi interruppe. — Mi auguro che non ti abbia spaventata troppo, Brooke.

— Arrivederci a domani, Tina — dissi gelidamente.

Le chiusi il telefono in faccia prima che potesse aggiungere altro.

"Questa smorfiosa sta diventando un vero e proprio tormento" sbuffai tra me e me.

Fino a che punto desiderava avere la parte di Esmeralda? Era davvero lei che tentava di spaventarmi a morte?

Pin tardi mi telefonò Zeke e mi convinse che il nostro fantasma doveva essere quel tale, Emile.

— Ci ha mentito, giusto? — chiese eccitato. — Ci ha detto di lavorare alla scuola. E ha tentato di impaurirci. Non può che essere lui!

— Sì... probabile — risposi, arrotolandomi attorno a un polso la solita fascetta per i capelli.

— Come taglia ci siamo — continuo Zeke. — E sa della botola... E poi, perché si trovava lì, Brookie? Perché si trovava nell'auditorium in piena notte?

— Perché è il Fantasma? — chiesi.

C'era una certa logica.

Accettai di andare a scuola un po' prima del solito, il mattino dopo, in modo da raccontare di Emile alla professoressa Walker.

Quella notte sognai della recita. Mi trovavo sui palco in costume di scena. I riflettori erano puntati su di me. Fissavo la platea, gremita di gente.

Nell'auditorium non si sentiva volare una mosca. Tutti aspettavano che Esmeralda parlasse.

Aprii la bocca... e mi resi conto che non ricordavo una sola parola.

Rimasi impietrita a guardare le facce degli spettatori.

Avevo dimenticato tutto. La mia mente era vuota, completamente vuota. E io non potevo muovermi.

Mi svegliai madida di sudore. Tremavo come una foglia. Mi sentivo tutti i muscoli irrigiditi e avevo scalciato le coperte sui pavimento.

Che sogno orribile!

Non vedevo l'ora di vestirmi e di uscire. Volevo dimenticare al più presto quell'incubo terrificante.

Dovevo accompagnare Jeremy, perciò non mi fu possibile andare a scuola presto come avrei voluto.

Strada facendo, Jeremy cominciò a chiedermi dello spettacolo. Voleva sapere qualcosa di più sul Fantasma. Ma io non mi sentivo davvero dell'umore giusto per parlarne. Mi tornò in mente il mio sogno, mi tornò in mente l'angoscia di starmene impalata sui palcoscenico, facendo la figura dell'idiota davanti a una platea stracolma.

Lasciai Jeremy davanti alla sua scuola, poi attraversai di corsa la strada. Trovai Zeke che mi aspettava davanti al portone, guardando nervosamente l'orologio.

Non so perché dato che quell'orologio non segna mai l'ora giusta. E’ uno di quegli orologi digitali con un mucchio di funzioni ma Zeke non sa farlo funzionare. E soprattutto non sa regolarlo.

- Scusa, sono in ritardo — dissi.

Mi afferrò per un braccio e mi trascinò in classe.



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